Per risvegliare l’appetito prima di venirci a trovare a pranzo o cena, o subito dopo aver gustato i piatti della tradinnovazione di De Novo e d’Antico (qui trovate il nostro menù), perché non pensare ad una passeggiata per il centro storico di Cori? Vi proponiamo questo itinerario a piedi, certi che possa essere la giusta cornice per una giornata indimenticabile.
Si parte da Piazza Signina, cuore del paese dal quale ha inizio la nostra passeggiata. Prendete per via della Repubblica e salite verso la chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Cori (lun-sab 8-20; dom 8-12,30): è una chiesa moderna, costruita nel 1952 sul sito della vecchia chiesa della SS. Trinità. La chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Cori prende tuttavia il nome da un’altra chiesa, S. Pietro, rasa al suolo dal bombardamento alleato del 31 gennaio 1944 durante l’ora della funzione. All’interno chiesa dei SS. Pietro e Paolo troviamo un importante resto di epoca romana: un’urna cineraria a forma di altare della metà del I sec. d.C., decorata con teste di ariete, gorgoni e festoni di fiori e frutta.
Scendete nuovamente per via della Repubblica e imboccate via S. Tommaso, che si stringe nel vicolo chiamato “Bacialedonne”, fino a Piazza della Pace.
Dirigetevi ora verso via Cavour, andate a destra e poi imboccate subito a sinistra via della Fortuna, fino a sbucare in Piazza S. Giovanni. Proseguendo vi ritroverete su via Tempio d’Ercole.
Passeggiate su via Tempio d’Ercole fino a quando non incontrate sulla sinistra via Cavour, imboccatela e poi girate subito a destra: vi trovate in Piazza Monte Pio. Da qui ammirate il panorama sulla Pianura Pontina, sul litorale e parte dei Castelli Romani.
Dopo qualche fotografia al Tempio di Ercole a Cori a Monte, prendete la scalinata di via Piranesi e continuate a sinistra, lungo via Cavour, alla fine della quale si apre via Vittorio Veneto, con le sue imponenti Mura Ciclopiche.
- Mura Ciclopiche di Cori: la cinta muraria di Cori prende il nome dalla leggenda medievale, le cui origini risalgono addirittura all’Antica Grecia, che accompagna il racconto della sua nascita. Si dice infatti che secondo Euripide, Strabone e Pausania, massi tanto grandi non avrebbero mai potuto essere sistemati in quel luogo dalla forza dell’uomo, e per questo solo i Ciclopi avrebbero potuto costruire un’opera tanto imponente. Le Mura furono attribuite da diversi storici antichi ai mitici popoli Pelasgi, che avrebbero costruito mura simili nelle città micenee di Tirinto, Micene e Argo. Mura leggendarie, queste Mura Ciclopiche di Cori!
Proseguendo su via Vittorio Veneto confluite lungo via Matteotti, dove si trova il Museo della Città e del Territorio.
- Museo della Città e del Territorio di Cori (venerdì, sabato e domenica 9:30 – 13.00 | 15.00 – 18:30; giovedì 9:30 – 12.30; gli altri giorni su prenotazione): il Museo della Città e del Territorio offre un excursus di oltre trentacinque secoli sull’evoluzione storica del territorio dei Monti Lepini. La location stessa rappresenta un importante esempio di continuità storico-territoriale: oltre a conservare una copia della Minerva in porfido che oggi campeggia in piazza del Campidoglio a Roma, il Museo della Città e del Territorio di Cori si trova all’interno del complesso monumentale di S. Oliva, costituito dai resti di un tempio romano risalente ai secoli IV-II a.C., di una chiesa medievale della prima metà del XII secolo e di un convento rinascimentale con sculture ed affreschi tra i più notevoli della Campagna Romana della seconda metà del 1400.
Scendendo lungo scalinata che dalla chiesa di S. Oliva confluisce nella sottostante via della Libertà, vi ritroverete ad un incrocio, dove sorge quella che viene chiamata Piazza del Piglione.
Imboccate via Pelasga e più avanti, sulla sinistra, entrate a Piazza Montagna, dalla quale si diparte via delle Colonne.
- Via delle Colonne a Cori era la strada che conduceva nel cuore dell’antico Foro Romano: prende il nome dalle mezze colonne che sono visibili ancora oggi, a differenza dei restanti edifici di età romana, sepolti o annessi alle costruzioni di epoca medievale. Passeggiando sul selciato bianco in questa parte del borgo antico di Cori incontrerete i resti del Tempio dei Dioscuri e la chiesa del SS. Salvatore.
- Tempio dei Dioscuri di Cori: i resti questo antico edificio, chiamato anche tempio di Castore e Polluce, si affacciano sulla terrazza panoramica del Foro Romano di Cori. Costruito tra il IV e il II secolo a.C., quello che è arrivato fino ai giorni nostri è l’esempio della grandezza di Cori durante l’Età Repubblicana: le due colonne (delle sei originarie) in stile corinzio che resistono ancora oggi rappresentano i resti della facciata, e risalgono agli inizi del I sec a.C., periodo in cui il tempio venne restaurato. Sappiamo che il tempio era dedicato ai Dioscuri, figli gemelli di Zeus e di Leda, grazie all’iscrizione leggibile sull’architrave, la quale riporta anche i nomi dei due magistrati romani che richiesero la costruzione di questo imponente tempio.
- Chiesa del SS. Salvatore a Cori: esistente già nel 1200 e restaurata nel XVII e nel XVIII secolo, la Chiesa del SS. Salvatore di Cori presenta una facciata in stile classico ed è costituita da un’unica navata, ai lati della quale si aprono quattro cappelle affrescate e abbellite da opere di notevoli artisti di epoca rinascimentale. Il Rinascimento è infatti il periodo nel quale questo luogo di culto viene più impreziosito, grazie alla generosità – e alla vanità – delle famiglie più importanti di Cori.
Servendovi delle scalette sulla sinistra, dirigetevi ora verso Piazza Pozzo Dorico.
- Piazza Pozzo Dorico a Cori: questa piccola piazza nasconde molto più che un semplice punto di ritrovo per bambini e adulti nel borgo antico di Cori. Nata da un terrazzamento risalente al periodo che va dal II al I secolo a.C. infatti, la piazzetta era… la copertura di una grande cisterna! Al di sotto del selciato di Pozzo Dorico, o come è conosciuta da tutti i coresi “Pizzitònico”, si trovano inoltre una serie di ambienti che, oltre ad essere preposti alla raccolta dell’acqua, sembra fossero sito di un mercato coperto, magazzini e laboratori.
Attraverso il passaggio coperto che porta a via Petrarca prendete via Laurienti, poi proseguite in discesa fino a via dell’Unità per dare un’occhiata dall’esterno alla piccola chiesa di S. Michele, e per esplorare i vicoli dell’area più antica di Cori.
Scendendo per vicolo dello Scoglio, a cui si accede da un lato di piazza S. Michele, vi ritroverete presso le cosiddette Sippòrtica, percorrendo le quali in discesa arriverete in piazza Ninfina.
- Le Sippòrtica di Cori: il porticato romano coperto che prende il nome di Sippòrtica rappresentò fino al XII secolo il passaggio al di sopra delle mura poligonali arcaiche. Dal 1100 ebbe inizio in questa zona l’edificazione di abitazioni e torri in tufo, che nel XVII secolo inglobarono definitivamente questa antica via.
Una volta giunti in piazza Ninfina dirigetevi verso sinistra e uscite da Porta Ninfina: da qui ammirate le mura difensive e il Ponte della Catena. Proseguendo per qualche decina di metri verso Saròcco, il panorama di Cori che si offrirà alla vostra vista sarà sublime.
Tornando sui vostri passi in piazza Ninfina prendete per via Ninfina fino a ritrovarvi in piazza Romana da dove, prendendo per via Accrocca, vi dirigerete verso Palazzo Riozzi, uno dei palazzi nobiliari più maestosi di Cori, risalente al XVI secolo.
Proseguendo per via Accrocca e salendo a sinistra per via della Collegiata vi ritroverete in piazza Mattei dove, salendo la scalinata, scoprirete la Collegiata di S. Maria della Pietà.
- Collegiata di S. Maria della Pietà a Cori (tutti i giorni 17-19, domenica 9-12|17-19): costruita tra il 1000 e il 1200 sui resti di un tempio di epoca romana, la Chiesa di Santa Maria della Pietà a Cori si presenta, nel suo complesso, come una preziosa opera architettonica, la cui facciata settecentesca fa da anticamera alle meraviglie medievali e barocche contenute al suo interno. Dal candelabro per cero pasquale del XII secolo, passando per l’urna cosmatesca dello stesso periodo, fino ad arrivare ai dipinti secenteschi, la Chiesa di Santa Maria della Pietà è davvero un cammeo incastonato tra i vicoli di Cori.
Dopo aver visitato la chiesa di S. Maria della Pietà di Cori tornate su via Accrocca e proseguite verso piazza della Croce, poi svoltate a sinistra per via dell’Annunziata: lasciati i vecchi Lavatoi sulla sinistra, poco più avanti incontrerete l’Oratorio della SS. Annunziata.
- Oratorio della SS. Annunziata di Cori (chiedete le chiavi presso l’abitazione di fronte [Della Vecchia]. Tutti i giorni 9,30-11,30, 15,30-17,30, domenica 9,30-11,30): perla della pittura tardogotica del Lazio, quando fino agli inizi degli anni Cinquanta si arrivava a Cori, la prima cosa che si incontrava era questo edificio di dimensioni contenute, totalmente circondato dalla campagna. Ora molte cose sono cambiate e le abitazioni circondano l’Oratorio, ma la Cappella della SS. Annunziata di Cori (così viene anche chiamato questo piccolo luogo di culto) mantiene intatta la sua attrattiva principale: gli affreschi che ricoprono le pareti interne. Diversi sono i temi di tali pitture, databili tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento: episodi dell’Antico Testamento, storie della Passione, la Pietà, la Resurrezione e il Giudizio Universale. Fatta erigere nel 1411 dal Cardinal Pedro Fernandez De Frias, numerosi committenti si occuparono in seguito di far procedere i lavoro di abbellimento della Cappella, preoccupandosi di far inserire, fra un Apostolo e un profeta, anche i rispettivi stemmi.
Una volta visitato l’Oratorio della SS. Annunziata di Cori, dirigetevi nuovamente verso piazza della Croce, e da qui imboccate via Salita di S. Francesco e girate a destra sulla circonvallazione Antonio Gramsci, dove troverete la chiesa di S. Francesco.
- Chiesa di S. Francesco a Cori (tutti i giorni 16,30-18,30): il convento al quale è annessa fa da spalla a questa chiesa dalle sembianze barocche. Costruita tra il 1521 e il 1526 per ospitare i Frati Francescani, in memoria del passaggio del Poverello di Assisi presso Cori nel 1223, in principio la Chiesa di S. Francesco presentava caratteristiche architettoniche lineari e semplici, come da regola francescana (e rinascimentale, anche!): pianta rettangolare, una sola navata, nessuna cappella laterale. Con gli interventi di restauro del XVII secolo vennero apportate una serie di modifiche, che conferirono alla chiesa l’aspetto barocco che ancora oggi vediamo: le cappelle laterali, ma soprattutto il meraviglioso soffitto a cassettoni dorati su fondo azzurro, realizzato tra il 1672 e il 1676. L’unico elemento di semplicità ad essere sopravvissuto alla vanità barocca è il chiostro con pilastri di pietra locale.
Con De Novo e d’Antico troverete sempre l’esperienza che fa più al caso vostro, culinaria e culturale: se quindi preferite scoprire Sermoneta o Bassiano, o siete incuriositi dal volo del Falco Pellegrino di Flying in The Sky, date un’occhiata ai nostri itinerari. Conosciamo il nostro territorio insieme. Buona scoperta da De Novo e d’Antico!